Il virologo Matteo Bassetti ha sottolineato che non si tratta di un complottismo, ma di un esercizio utile per prepararsi a future pandemie.
Il direttore della clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, in un’intervista a Tgcom24 ha discusso la nuova “Malattia X”, che ha già allarmato tutto il Paese. E’ stata l’Oms a denominare in questo modo il virus, che tuttavia descrive solo una malattia ipotetica causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto che potrebbe provocare una pandemia globale.
Cos’è la “Malattia X”
La cosiddetta malattia X – definita anche come Disease X – sarebbe un virus ancora sconosciuto, di cui ancora non se ne conosce l’esistenza. Tuttavia, gli studi su di esso potrebbero aiutare a prevenire la sua proliferazione, e i conseguenti rischi che ricadrebbero sulla popolazione.
L’Oms ritiene che la nuova pandemia pandemia potrebbe superare anche quella del Covid, a causa di diverse condizioni che favorirebbero l’insorgere dell’infezione su larga scala. Sarebbero la globalizzazione, il sovrappopolamento e la deforestazione a provocare i nuovi virus e la loro diffusione anche da una specie all’altra.
Bassetti e l’importanza della simulazione
Matteo Bassetti ha chiarito che la “Malattia X” non è una nuova malattia in fase di sviluppo, come alcuni hanno ipotizzato, ma piuttosto una simulazione dell’Oms di un virus peggiore del Covid. Questa è stata progettata per aiutare i ricercatori e i responsabili delle politiche sanitarie, semplicemente per prepararsi per future pandemie.
Secondo il virologo, la simulazione della “Malattia X” è molto utile. Citando la recente notizia diffusa dal Wall Street Journal, per cui la Cina avrebbe mappato il virus del Covid due settimane prima di rivelarlo al mondo, Bassetti ha affermato che “in una malattia tempo-dipendente come quella da Sars-Cov2, 15 giorni sono un’era geologica”, e che annunciare la scoperta del virus con tempismo avrebbe potuto cambiare molto.
Il viroogo ha poi evidenziato che ritardare di due settimane la comunicazione di un nuovo virus è una cosa gravissima. “La condanna deve venire dalla comunità scientifica internazionale”, tuona durante l’intervista. La speranza è che le autorità internazionali vengano informate immediatamente di future scoperte virali, in modo che la comunità scientifica possa lavorare insieme per contrastare il virus.